Come fare dropshipping senza partita IVA

Aggiornamento: 24 Novembre 2023
Il dropshipping è una tipologia di eCommerce per cui il venditore non ha un suo magazzino, bensì si affida a fornitori esterni – i dropshippers – che in caso di vendita riceveranno l’ordine, per poi occuparsi di imballaggio e spedizione. Il venditore si limita così a gestire il sito e le relative strategie di marketing.
È una metodologia di commercio piuttosto recente, soprattutto qui in Italia, per cui spesso si rischia che ci siano dei dubbi o qualche confusione sulle procedure da seguire per avere un proprio sito di dropshipping, specialmente dal punto di vista legale.
In particolare, la domanda che torna più spesso è: per fare dropshipping serve la partita IVA?
Per coloro che desiderano avventurarsi nel mondo del dropshipping senza una partita IVA, la nostra web agency di Torino è pronta a fornire una guida chiara e esperta.
Un eCommerce dropshipping è equiparabile a un qualsiasi altro negozio: è un’attività commerciale stabile, che non ha neppure bisogno di orari di chiusura. Non può quindi essere etichettato come “prestazione occasionale” e, di conseguenza, necessita di una partita IVA per essere aperto e poi gestito. È il primo passo, necessario per tutta un’altra serie di obblighi per portare avanti un’attività commerciale nel rispetto della legge: bisogna iscriversi alla Gestione Commercianti, presentare pratiche in Comune, pubblicare sul sito alcuni documenti imprescindibili come l’informativa sulla Privacy e sui Cookies… tutte cose che, senza partita IVA, non possono essere fatte. E le sanzioni sono molto severe: per una vendita dropshipping senza partita iva rischi multe molto salate, ma anche la reclusione!
Insomma, se si desidera dedicarsi al commercio in dropshipping e si vuole essere certi che tutto sia a norma di legge, la decisione migliore è rivolgersi a un esperto, come ad esempio un commercialista.
Se invece si hanno ancora dubbi in proposito e non ci si sente pronti a compiere un passo importante, anche dal punto di vista legale, potrebbero esserci delle alternative, anche se più a breve termine.
quando un’attività è saltuaria, oppure occasionale, non viene considerata un lavoro vero e proprio, pertanto può essere svolta anche senza aprire partita IVA.
È il caso dei temporary shops online, negozi che – come la loro controparte fisica – restano aperti solo per un limitato periodo di tempo, in questo caso 30 giorni.
È una durata molto breve, ma può essere utile per capire se si è tagliati per questo tipo di lavoro, se ci si trova bene con i dropshippers scelti, se le strategie pubblicitarie funzionano.
Il temporary shop può essere esso stesso una strategia pubblicitaria, parte di una campagna di un’azienda più grande e strutturata, e quindi terminare il proprio percorso dopo un mese. Al contrario, se aperto da un aspirante commerciante, può diventare una realtà a lungo termine, previa apertura di partita IVA, a quel punto.
Ci sono inoltre dei dropshipper che organizzano la propria attività in modo tale che chi vende per loro non debba per forza possedere una partita IVA. Non sono molte le aziende di questo genere (in Italia sono circa 40) e selezionano attentamente i propri rivenditori per essere certe che siano affidabili e potenzialmente di successo. Chi tratta i loro prodotti deve occuparsi di sponsorizzarli, sui social e con campagne marketing, mentre l’azienda cura tutte le questioni burocratiche e amministrative, dalle transazioni, alla logistica, al magazzino, fino alla fattura realizzata per il cliente.
Sono inseriti nei settori più disparati, come l’abbigliamento, i prodotti di bellezza, i beni di lusso, gli alimentari, i prodotti per la casa, il benessere e la tecnologia. Una di queste realtà è E-Gaia, che si occupa di prodotti biologici, un’altra è Chogan, che tratta cosmesi e prodotti per il corpo.
Abbiamo quindi esaminato come, per occuparsi di dropshipping, sia necessaria una conoscenza anche legale della materia, e come sia importante informarsi a lungo prima di intraprendere una strada di questo tipo, anche presso esperti del settore, che sappiano dare i consigli giusti.
Certamente serve partita IVA per dropshipping se è già certo che l’attività commerciale sarà a lungo termine, nonché la propria principale – o unica – fonte di reddito. Abbiamo però visto come ci siano alternative più a breve termine per poter testare le acque e stabilire se sia voglia proseguire oltre, oppure no.
Se è tua intenzione aprire un negozio in dropshipping, o semplicemente se vuoi saperne di più sull’argomento, rivolgiti a DSI Design!
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