Lo Starbucks Franchising, dai Chicchi di Caffè alla Cultura della Pausa

Aggiornamento: 10 Novembre 2023
Se dicessi “caffè”, cosa vi verrebbe subito in mente? Zucchero, tazzine… o una strana sirena su sfondo verde? Se avete compiuto quest’ultima bizzarra associazione di idee, non preoccupatevi: è solo il marketing che fa il suo lavoro. Perché state sicuramente pensando allo Starbucks Franchising, una catena di caffetteria nata a Seattle nel 1971, e diventata un colosso del settore grazie alla sua filosofia innovativa e a geniali intuizioni pubblicitarie.
Starbucks nel mondo infatti ora è presente in circa 80 paesi, compresa l’Italia che, a modo suo, ha proprio ispirato la nascita di questo impero. In seguito a una vacanza qui da noi, infatti, il manager della catena si era reso conto di come in America non esistesse una cultura della pausa caffè come quella italiana, e aveva deciso di crearla lui: nei suoi locali non si sarebbero vendute solo bevande calde, ma un vero e proprio stile di vita, un’esperienza completa.
Starbucks in breve tempo sarebbe diventato un luogo “terzo” in cui trascorrere il proprio tempo, dopo casa e lavoro, per svagarsi, ma anche studiare e lavorare, sempre in modo rilassato e accogliente. Molti dei servizi che ora si possono trovare comunemente nei bar, sono stati resi mainstream proprio da Starbucks: il wifi gratuito, la possibilità di restare nel locale senza limiti di tempo, oppure di prendere l’ordine da asporto e andare subito via, le comode postazioni con le poltrone. Fornire spontaneamente degli “extra”, non così strettamente legati al consumo di bevande calde, ha fatto presto salire la catena in testa alle preferenze dei consumatori, rivelandosi l’intuizione giusta.
Il brand ha inventato un modo di intendere la pausa caffè che prima non esisteva, e che ora vanta innumerevoli tentativi di imitazione, anche se tra loro il capostipite è sempre facile da individuare, grazie al riconoscibilissimo e verdissimo simbolo Starbucks con la sirena con due code, nonché alla sua estetica sempre identica: ovunque ci si trovi, se si cerca il loro caffè, lo si può individuare anche da lontano.
Ma parliamo ora proprio dei prodotti disponibili, perché d’accordo vendere un’esperienza, ma anche lo stomaco vuole la sua parte!
Innanzitutto l’offerta dello Starbucks Franchising non si limita al solo espresso; oltre alle bevande calde classiche, si possono gustare tantissimi tipi di caffè speciale, compresi dei veri e propri “marchi di fabbrica”: il Frappuccino in Starbucks è ormai diventato iconico quanto il Bic Mac per il McDonald’s.
Ci sono poi edizioni limitate (tipo i caffè alla zucca in occasione di Halloween), tantissimi dolci e panini per trasformare la colazione in una pausa pranzo… e, se non si trova nulla di proprio gusto, nessun problema: ogni bevanda può essere personalizzata e creata sul momento.
È tutto legato alla filosofia della catena che, in breve tempo, si è rivelata anche una strategia di marketing vincente: ogni cliente è innanzitutto una persona, tanto che su ogni bicchiere di carta viene scritto dai baristi il nome del suo proprietario (spesso con errori di spelling molto creativi, ma ormai fa anche questo parte dell’esperienza).
Quanto costa l’esperienza totale? Beh, non aspettatevi la tariffa media di un espresso. Da Starbucks prezzi medio-alti per bevande calde e fredde sono la norma, ma questo non ha mai scoraggiato i suoi milioni di clienti: sanno che sono lì per acquistare uno stile di vita, e non solamente caffeina.
Stile di vita a cui aspira anche una clientela non abituale, per cui la catena diventa sinonimo di vacanze, viaggi e momenti lontani dalla routine. È utile ricordare come ad esempio Starbucks in Italia sia arrivato solo da pochissimi anni, pur essendo già famosissimo grazie a schiere di viaggiatori che vi si recavano all’estero. Chi ha bisogno di pubblicità extra, quando può contare su migliaia di testimonianze entusiaste?
Adesso è assolutamente normale che una catena di ristorazione abbia una app… ma, anche in questo caso, Starbucks lo ha fatto prima di altri. Le sue funzioni cercano di esportare le sensazioni di comodità e accoglienza nel mondo digitale, permettendo ai clienti di prenotare e pagare in anticipo, e mettendo loro a disposizione tutta una serie di vantaggi e promozioni.
Sui social invece punta molto sui contenuti visivi (niente come la foto di un caffè invitante fa venire voglia di berne uno), sempre in linea con l’estetica generale, alternando la presentazione dei prodotti con contenuti creati dai clienti stessi, che in questo modo continuano a sentirsi valorizzati e “coccolati” anche se non sono fisicamente presenti nel locale.
Anche online, quindi, Starbucks è facile da individuare e riconoscere come brand. la sua reputazione, perfino nel mondo digitale, lo precede.
Cosa c’è di più iconico del bicchierone bianco con il logo di Starbucks sopra? Un vero e proprio status symbol con cui passeggiare… nonché un metodo geniale per farsi pubblicità a costo zero.
C’è però un problema: da Starbucks bicchieri e tazze sono tutti monouso, e non sempre riciclabili: come far coesistere icona e sostenibilità?
Anche in questo, l’azienda pare essere proiettata nel futuro, avendo già messo in cantiere una ventina di metodi per ovviare il problema, a scopo di introdurre recipienti riutilizzabili. Ci aspetta quindi un futuro in cui ogni volta che gusteremo un Frappuccino Starbucks si assicurerà di non farci inquinare!
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