Storia dei Loghi Famosi nel Mondo

Aggiornamento: 22 Novembre 2023
Sono ovunque attorno a noi, sui nostri oggetti, sulle confezioni del nostro cibo, sono talmente onnipresenti che non ci facciamo nemmeno più caso, eppure i loghi aziendali – quei simboli che rappresentano un prodotto o un’intera marca, sono un’invenzione piuttosto recente.
La prima legge sul marchio registrato com’è inteso oggi è infatti stata promulgata nel 1857, in Francia. Ma è solo dal XX secolo in poi che le aziende di tutto il mondo si sono rese conto che serviva un modo semplice ma efficace per distinguersi e farsi immediatamente riconoscere dalla concorrenza.
Ed è a questo che serve un logo, a rappresentare in tutto e per tutto l’azienda a cui appartiene, la sua storia, la sua mission e i suoi valori. Ormai tutti i loghi più famosi sono conoscenza comune e subito associabili al loro brand, e questo succede perché minuziosamente progettati e creati per essere ricordati e, soprattutto, per piacere. Non è un caso se, talvolta, perfino i marchi più famosi al mondo hanno subito un restyling, perché magari troppo “anziani” e non più rappresentativi della propria azienda, o per testimoniare al meglio un rebranding totale.
Quali sono quindi i segreti dietro ai simboli di marche famose? Scopriamone qualcuno insieme!
Tra i brand famosi ovviamente non può mancare lei, eppure quella mela è sempre rimasta un mistero. La prima versione – rimpiazzata perché troppo elaborata e un po’ confusa – ritraeva Newton sotto all’albero di mele che lo ispirò a scoprire la legge sulla gravità. Ma cosa lo ha trasformato in una mela morsicata?
Una pubblicità del ’79 utilizzava Adamo ed Eva, facendo immaginare che il significato mela Apple c’entrasse con il biblico albero della conoscenza, ma in realtà ci sono altre teorie discordanti: potrebbe essere ispirata al frutto ritratto sopra un LP dei Beatles, o ancora un tributo ad Alan Turing, geniale matematico morto suicida mangiando una mela avvelenata. Qualunque sia la verità, certo è che l’alone di mistero intorno a questo simbolo ha contribuito a far accrescere la notorietà del brand.
Uno dei pochi rimasti praticamente immutati, curiosamente disegnato da una studentessa di design per appena 35 dollari (fortunatamente recuperò in seguito con i diritti d’autore)!
Ha anche un nome, Swoosh, e riproduce in forma stilizzata le ali della statua della Nike di Samotracia, simbolo di vittoria, il valore cardine su cui è basato l’intero brand di abbigliamento sportivo.
Questo marchio è da sempre una sirena a due code, ispirata dalla creatura mitologica greca che irretiva i marinai per attirarli su un’isola chiamata appunto Starbuck. La sirena del logo avrebbe invece dovuto attrarre gli estimatori del caffè fin dentro al bar.
La sua versione originale era in bianco e nero e molto più elaborata, mentre un restyling del 2011 – con un’intuizione di marketing Starbucks azzeccata – l’ha resa più semplice ma più raffinata, e ha inserito il verde che ormai per tutti è diventato simbolo di caffè americano.
la celebre community delle case per le vacanze ha adottato come marchio una A tondeggiante ma, oltre alle apparenze, si può notare molto di più!
L’intero logo è infatti anche un cuore rovesciato, che indica lo stare bene in un luogo positivo e accogliente, anche se lontano da casa. Inoltre, dove le due gobbe del cuore si “intrecciano”, si forma l’icona della mappa, proprio a simboleggiare che si tratta di un sito per i viaggiatori.
la catena di supermercati francese significa letteralmente “incrocio”, dato che il loro primo negozio si trovava proprio all’incrocio tra due vie della città di Annecy. Ed ecco perché il logo Carrefour ricorda proprio due strade che si incontrano, per poi andare in direzioni diverse.
Non è nemmeno un caso che i colori siano il rosso e il blu su sfondo bianco, a ricordare la bandiera francese, ma il simbolo Carrefour riserva altre sorprese: è infatti possibile intravedere una C tra le due parti del simbolo, ben nascosta.
Tra i marchi più conosciuti al mondo non si può non citare quello del McDonald’s! Quello che non tutti sanno è che inizialmente non rappresentava una M, bensì due archi: nel 1961 si era deciso di sostituire il vecchio logo in bianco e nero con un simbolo più moderno, scegliendo gli archi dorati presenti in alcuni dei ristoranti della catena, per farli notare anche da lontano.
Solo in seguito ci si è resi conti che, unendoli, andavano a formare proprio l’iniziale del brand e, da quel momento, il logo non ha praticamente più subito modifiche. Vista la sua notorietà, una scelta di di marketing McDonald’s vincente!
Quando il colosso della vendita online si limitava ai libri, il suo logo era una semplice A con al suo interno una strada. Il logo però è necessariamente cresciuto con l’azienda, arrivando a comprendere in modo semplice ma efficace tutto il nome per intero.
A fare da contorno c’è però una freccia che parte dalla A e arriva alla Z, a dimostrare che sul sito ormai si trova davvero qualunque tipo di prodotto. Non solo, la stessa freccia può anche essere vista come un sorriso, per trasmettere una sensazione di allegria e positività, la stessa che si prova quando arriva un articolo ordinato.
Concludiamo la nostra analisi con un altro logo celeberrimo: quello della Coca Cola! Conosciutissimo in tutto il mondo e davvero impossibile da non notare, anche perché… beh, non è mai cambiato dal 1886!
è stato creato non da un grafico, ma dal contabile dell’azienda, che si limitò a scegliere il font Spencerian Script, all’epoca utilizzato spesso per le confezioni di cibi e bevande. Insomma, se una cosa è già perfetta così, perché modificarla?
Il logo più antico ancora in uso oggi è il logo della Birra Weihenstephan, una birreria tedesca situata vicino a Monaco di Baviera. Il logo, chiamato “Branca Ursus”, risale al 768 d.C., rendendolo uno dei loghi più antichi del mondo. Questo marchio storico rappresenta una tradizione millenaria e la continua reputazione di qualità della birra Weihenstephan.
Il logo più costoso mai realizzato è stato il logo della British Petroleum (BP), noto come “Helios”. Nel 2000, BP ha deciso di cambiare il suo logo e ha investito una cifra stimata di circa 211 milioni di dollari per la completa ri-brandizzazione, compreso il design del nuovo logo. Questo includeva anche l’aggiornamento di segnaletica, materiali di marketing e campagne pubblicitarie correlate. L’investimento notevole riflette l’importanza strategica che BP ha attribuito alla sua identità visiva e all’immagine di marca.
Il logo più piccolo mai creato è stato il logo della società giapponese “Zappallas, Inc.”. Il loro logo, chiamato “Q”, è composto da una singola lettera “Q” di dimensioni microscopiche. È stato progettato per adattarsi ad applicazioni di dimensioni estremamente ridotte, come i giochi per cellulari, in cui lo spazio disponibile per il logo è estremamente limitato.
Il logo più grande mai realizzato è stato il logo dell’azienda di tecnologia giapponese “Hitachi”. Nel 2013, Hitachi ha creato un enorme logo sul tetto del loro stabilimento di Kudamatsu, in Giappone, che misurava oltre 70.500 metri quadrati. Il logo era visibile solo dal cielo ed era costituito da lettere bianche su uno sfondo blu. Questa iniziativa ha permesso a Hitachi di stabilire un record mondiale per il logo più grande del mondo.
Il logo con il maggior numero di colori utilizzati è quello delle Olimpiadi di Tokyo 2020. Il logo ufficiale presentava un totale di 33 colori differenti, rappresentando l’energia e la diversità culturale che caratterizzano i giochi olimpici. L’utilizzo di una vasta gamma di colori è stato intenzionale per trasmettere un senso di inclusione e celebrazione delle differenze tra i popoli.
Sì, ci sono loghi che presentano significati nascosti o messaggi subliminali. Alcune aziende inseriscono elementi simbolici o nascosti all’interno dei loro loghi per comunicare messaggi subliminali agli spettatori. Ad esempio, il logo di Amazon con una freccia che va dal punto “A” al punto “Z” suggerisce che il negozio online offre tutto, dall’inizio alla fine. Tuttavia, è importante notare che tali significati o messaggi subliminali potrebbero essere soggetti a interpretazioni personali e non sono sempre intenzionali da parte dell’azienda.
I loghi più riconoscibili al tatto per le persone non vedenti sono spesso caratterizzati da elementi distintivi e tattili che consentono di identificarli anche senza la vista. Alcuni esempi includono:
Questi loghi sono stati selezionati considerando la loro riconoscibilità tattile, ma è importante notare che l’accessibilità e la riconoscibilità possono variare da persona a persona.
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